Approfondimento Wado-ryu karate-do ju-jutsu kenpo

Approfondimento Wado-ryu karate-do ju-jutsu kenpo

Nakayama Tatsusaburo Yukiyoshi (dal libro “Shindo Yoshin-ryu” di T. Threadgill & S. Ohgami)
Kanaya Genro (Motojuro) (dal libro "Karate Wadoryu" di Ben Pollock)
Funakoshi Gichin (dal web)
Mabuni Kenwa (dal web)
Motobu Choki (dal libro “Okinawa Karate”, Classical Fighting Arts)
Kubo Gihachiro (dal web)
Otsuka Hironori I (dal web)
Otsuka Hironori II (dal web)

Storia

Il Wado-ryu è uno stile di arti marziali fondato nel 1934 in Giappone dal Maestro (Ryuso, Sendai: “Fondatore”) Otsuka Hironori I (1892-1982), come sintesi del karate di Okinawa e del ju-jutsu e ken-jutsu giapponesi.

Wado-ryu significa letteralmente: “La Scuola  della Via della Pace e dell’Armonia”, Karate-do: “la via della mano vuota”, Ju-jutsu kenpo: “Tecnica della cedevolezza e metodo del pugno secondo la tradizione cinese”.

Otsuka Hironori I (il suo nome alla nascita era Takashi, da bambino e in famiglia era chiamato Ko, Hironori è il nome che scelse in età adulta) nasce i 1 giugno del 1892 a Shimodate-cho (in seguito città di Shimodate, l’odierna Chikusei), nella Makabe-gun (Contea di Makabe), un distretto della prefettura di Ibaraki, nella provincia di Hitachi, situata nella regione del Kanto, in Giappone.

Era il figlio maggiore del medico Otsuka Tokujiro e di sua moglie Sato, la cui famiglia apparteneva al clan feudale Tsuchiura.

Nel 1897 iniziò ad allenarsi nel koryu Ju-jutsu con Ebashi Chojiro, un fratello maggiore di sua madre, insegnante di arti marziali allo Tsuchiura-han (sede del clan ad Edo, Tokyo) che era un esperto di Asayama Ichiden-ryu ju-jutsu o di “Shinpen” Iga-ryu ju-jutsu e di Jikishinkage-ryu ken-jutsu.

Tra il 1905 ed il 1910 durante i suoi anni di studio alla scuola Shimotsuna Daiichi High School (scuola media superiore) studia e si allena con il Maestro (Sensei) Nakayama Tatsusaburo Yukiyoshi (1870-1945), insegnante part-time (koshi sensei) di educazione fisica e arti marziali per la stessa scuola.

Nakayama era un Joden Gokui Menkyo (“Certificato di pratica di livello alto e segreto”) di Shindo Yoshin-ryu ju-jutsu, ed aveva inoltre licenze di insegnamento in Jikishinkage-ryu ken-jutsu, Ono-ha Itto-ryu ken-jutsu e Kendo.

Otsuka studia con Nakayama il Judo (nel 1909 acquisisce il grado di 3° kyu in questa disciplina) ed il Kendo a scuola, lo Shindo Yoshin-ryu nel Genbukan dojo, la sala di pratica privata dello stesso Nakayama nei pressi della scuola Shimotsuna.

Il Maestro Otsuka nel 1911-12 frequenta la Sodai (Waseda) University (Dipartimento di Commercio), ma la tragica morte del padre nel 1912 lo costringe a ritirarsi per occuparsi degli affari di famiglia (viene nominato dalla madre tutore legale dei fratelli minori); inoltre nel 1913 entra a lavorare nella Kawasaki Bank (della quale un altro zio materno era direttore).

Nel 1914-15 presta servizio militare volontario (2° Reggimento di Fanteria di Mito).

In questi anni si allena in dojo di Tenjin Shin’yo-ryu ju-jutsu, di Kito-ryu ju-jutsu (e probabilmente di “Shinpen” Iga-ryu, stile nel quale comunque riceve un diploma di pratica probabilmente un Kirigami Shoden Menkyo o un Chuden Mokuroku Menkyo, “Certificato di livello di pratica base” o “Certificato di livello di pratica intermedio”).

Nel 1916-20 si allena nell’Azabu dojo di Atago con il Maestro Kanaya Genro (Motojuro, 1877-1964) della Yoshin koryu (Miura Yoshin-ryu o Totsuka-ha Yoshin koryu), scuola nella quale riceve un diploma di pratica (probabilmente un Kirigami Shoden Menkyo o un Chuden Mokuroku Menkyo) ed il Ju-jutsu (judo) Seifuku (o Jitsugi Shomeisho), “licenza di terapista di Judo”, un “certificato di prova delle competenze nella fisioterapia riabilitativa”.

Tuttavia alcune incomprensioni lo portano ad interrompere la pratica e ad abbandonare il Maestro Kanaya (non è chiaro se sia stato espulso, hamon, e se ci sia stata la revoca dei diplomi precedentemente acquisiti), per tornare dal Maestro Nakayama, dal quale otterrà un altro Ju-jutsu (judo) Seifuku (o Jitsugi Shomeisho) ed il Menkyo kaiden (“certificato di piena trasmissione”) in Shindo Yoshin-ryu ju-judo il 1° giugno 1921.

Nel 1921-22 (secondo altri nel 1924 o al più tardi nel 1927) Otsuka apre il suo studio osteopatico chiamandolo Nakura Seikotsuin (“Clinica terapeutica dell’innesto osseo”), dove tratta soprattutto gli infortuni dei judoka (“praticanti di judo”), e conseguentemente conosce e si associa a grandi Maestri del Kodokan judo quali Mifune Kyuzo (1883-1965, Meijin 10° Dan), Kudo Kakuzo (1898-1970, ShihanDan) e Ito Kazuo (1898-1974, Meijin 10° Dan), che influenzeranno lo sviluppo del Wado-ryu.

Proprio Ito Kazuo gli parla del karate di Okinawa, e a settembre del 1922 inizia la pratica del Karate-jutsu di Okinawa con il sensei Funakoshi Gichin (1868-1957), futuro fondatore dello stile Shotokan-ryu al Meisho juku dojo (o Meisei juku) e nel 1923 -24 a causa del grande terremoto del Kanto si allena privatamente con il Maestro, tanto che nel 1924 è uno dei primi al mondo a ricevere un titolo nel karate (shodan, “1° Dan”) da Funakoshi, e nel 1925 è assistente istruttore dello stesso nelle Università Todai e Keio.

Il 31 luglio del 1926 muore la madre ed Otsuka, ormai libero di doveri nei confronti della stessa nel 1927 interrompe il suo lavoro alla Kawasaki Bank, per dedicarsi a tempo pieno alle arti marziali e alla terapia riabilitativa da infortuni.

Nel 1928 corregge e approfondisce lo studio dei kata di karate insieme al Maestro Mabuni Kenwa (1889-1952), futuro fondatore dello stile Shito-ryu, e nel 1929 (secondo altri commentatori già nel 1927) studia il kumite (“combattimento”) e la sua particolare versione del kata Naihanchi con il Maestro Motobu Choki (1870-1944, stile Motobu-ryu).

Sempre a partire dal 1928 inizia ad aprire vari clubs di karate nelle varie università di Tokyo, e negli stessi anni inizia ad elaborare le basi tecniche dei vari kihon di base e dei kata a solo come praticati nel Wado-ryu. Inoltre, estraendo dai kata le jodan, chudan e gedan waza (le “tecniche di livello alto, medio e basso”) crea gli ippon kumite, i nihon kumite, i sanbon kumite, i primi prototipi dei kihon kumite, ed inizia ad elaborare un metodo per sviluppare le prime competizioni di combattimento “libero” (jiyu kumite shiai).

A partire dal 1930 inizia a collaborare con la principale associazione di Tokyo di sekotsuin di cui è presidente il principale esponente a Tokyo dell’osteopatia d’allora Kanai Ryotaro.

Negli anni 1931-33 vive a Mito (Ibaraki), e secondo alcuni commentatori potrebbe avere studiato in questo periodo lo “Shinpen” Iga-ryu.

Nel marzo del 1934 fonda a Kanda (Tokyo) il suo dojo Dai Nihon karate Shinko Kurobu (o “Associazione per lo sviluppo del karate del Grande Giappone”) di cui è Shian (“Maestro”), mentre Kawakami Daisaburo è Kanjicho (“Segretario Generale amministrativo”), e dove rimarrà fino al 1938.

Il 1 aprile 1935 Otsuka partecipa al Nihon Kobudo Ryusosai Kobudokei Hono Taikai (il “Festivals delle arti marziali giapponesi antiche”), evento creato dal Butokukai, l’”Associazione della Virtù marziale”, nel Butokuden, la “Sala della Virtù marziale” di Kyoto, ed in questa occasione registra il suo stile come Yoshin-ryu Dai Nihon Kenpo Karate jutsu (la “Scuola del Salice del Grande Giappone secondo le tecniche della Mano Vuota del Metodo cinese”).

Sempre nel 1935 viene pubblicato Karate-do Kyohan (il “Testo Fondamentale sulla Via della Mano Vuota”), il terzo libro di Funakoshi Sensei, dove Otsuka appare in foto mostrando delle tecniche di difesa da terra (idori) con il suo Maestro.

Nonostante ciò il 21 dicembre del 1935 viene espulso (hamon) dal dojo del Sensei Funakoshi Gichin a causa di divergenze nella pratica (e di probabili dissapori con il figlio del Maestro, Funakoshi Yoshitaka).

Nel 1935-36-37 Otsuka diviene Shihan rispettivamente dei clubs di karate delle Università: Tokyo Nogyo Daigaku (Tokyo Agricultural University), Tokyo University (Todai) e Meji University.

1937-38: chiude il suo studio osteopatico Nakura Sekotsuin.

Nel 1938 viene creata la Dai Nippon Karate Shinbukai, associazione della quale Otsuka è Shihan ed Eriguchi Eiichi è Kancho (“Direttore amministartivo” o “Presidente”).

Sempre nel 1938 Otsuka partecipa con una sua performance fotografica al libro Karate-do Taikan (“Enciclopedia del karate-do”) di Nakasone Genwa, nel quale mostra sette Tanken-dori omote (tanto-dori, “difese da attacchi di pugnale”) con l’allievo Kato Toshio.

Nel maggio del 1938 partecipa al Nihon Kobujutsu Ryusosai, il “Festival della Virtù marziale”, e registra il suo stile con il nome di Shinshu (Jinshu) Wado-ryu karate-jutsu (la “Scuola della Via della Divina Armonia dell’arte della mano vuota”).

Il titolo del Festival in quella sua prima edizione era Ryuso Matsuri, il “Festival dei Fondatori”, ed Otsuka indicherà quale fondatore delle varie tradizioni marziali contenute nel suo Wado-ryu, Akiyama Shirobei Yoshitoki, il leggendario medico e artista marziale di Nagasaki, fondatore dell’Akiyama Yoshin-ryu, dato che il fondatore del karate non era stato ancora identificato.

Il Butokukai gli conferisce in questa occasione il titolo di Renshi-go (Maestro di “Terzo livello”).

Nello stesso anno Otsuka si sposta nel Dai Nihon Chukokan dojo, a Yoyogi Hachiman (Uhehara Tokyo) di Kubo Gihachiro (1889-1949), Menkyo kaiden e 10° successore dell’Ashu Yagyu Shinkage-ryu, la scuola di spada del clan Tosa di Tokushima.

In questo periodo i due studiano insieme tecniche di spada e a mano nuda e Otsuka riceve da Kubo un diploma di pratica (probabilmente un Kirigami Shoden Menkyo o un Chuden Mokuroku Menkyo), mentre Kubo raggiugne il grado di 3° Dan nel Wado-ryu.

Inoltre viene anche a contatto con il Tomita-ryu (Toda-ryu) kodachi che lo affascina e del quale decide di studiare da solo i principi.

Nel 1939 su consiglio di Kubo Sensei semplificherà il nome della sua arte marziale in Wado-ryu karate jutsu.

Nel 1942 il Butokukai gli conferisce il titolo di Kyoshi-go (Maestro di “Secondo livello”).

Nel 1944 infine il Butokukai gli conferisce il titolo di Shuseki-Shihan (“Gran Maestro”, o Maestro di “Primo Livello”).

A partire da allora il Wado-ryu viene accettato in tutte le principali associazioni di arti marziali tradizionali giapponesi, come la Nippon Kobudo Kyokai e la Nippon Kobudo Shinkokai, e nel 1952 Otsuka diviene anche membro fondatore della Kokusai Budoin Kokusai Budo Renmei (IMAF: International Martial arts Federation).

Nel 1952 Otsuka apre il Wado-ryu Sho Honbu dojo (il “Quartier generale dello stile Wadoryu”) a Tsukiji, Tokyo.

Nel 1955 pubblica il suo primo libro: Karate-jutsu no kenkyu (“Studio delle tecniche del karate”), basato su una prima pubblicazione studentesca Karate-do Oboegai (“Memorandum sulla tecnica del karate”, 1949, Tokyo University Karate Club).

Nel 1959 viene fondata la JKF (precedentemente Renbukai), ed Otsuka è uno dei Consiglieri permanenti.

Il 29 aprile del 1966, nel giorno del compleanno dell’Imperatore del Giappone, ad Otsuka viene conferito il grado Kungoto, il “Quinto Ordine del Merito” (o “Cordone del Sole Nascente”), per i suoi contributi al karate, e viene decorato con la medaglia Soko Gyokujitsu-sho.

Nel 1969 diviene vicepresidente della JKF.

Nel 1970 pubblica Karate-do vol. 1, libro nel quale presenta i nove kata a solo fondamentali del Wado-ryu definitivamente standardizzati.

Il 9 ottobre 1972 il Presidente del Kokusai Budoin, il Principe della Corona Higashi Kuni no Miya Naruhiko (1887-1990), gli conferisce il titolo di Meijin (“Persona di eccellenza” in un’arte, o “Maestro del più alto livello”) ed il 10° Dan, rendendo Otsuka il primo Maestro di Karate della storia a ricevere il titolo massimo.

Il 3 novembre 1978 trasferisce il Sho Honbu dojo del Wado-ryu a Nerima Ku (Ward), Tokyo, dove si trova tutt’ora.

Il 1 aprile del 1981 Otsuka I e suo figlio e successore Otsuka Jiro si separano dalla JKF Wado-kai e creano la Wado-ryu Renmei (“International Federation of Wado-ryu Organizations”).

Il 20 novembre del 1981 Otsuka I abdica la sua posizione di Shodai Soke (“Primo Caposcuola”) e nomina suo figlio minore Otsuka Jiro Nidai Soke (“Secondo Caposcuola”), secondo il principio dell’Isshi Soden delle arti giapponesi (“Trasmissione di tutti i segreti ad un solo figlio”).

Il 29 gennaio del 1982 il Gran Maestro Otsuka Hironori I muore nella sua casa a Neryma Ku (Ward), situata sopra il dojo.

Otsuka Jiro (1934-2015) diviene dunque Otsuka Hironori II, egli aveva iniziato a studiare Wado-ryu nel 1948, ed ha studiato e praticato anche Iaido e Kendo (con Miyata Sensei un ufficiale dell’esercito giapponese), e Judo e Aikido per avere un forte background nelle cadute (ukemi).

L’attuale Sandai Soke (“Terzo Caposcuola”) è Otsuka Hironori III (Kazutaka), il quale pratica con continuità Wado-ryu dall’inizio degli anni universitari, e si è formato anche allo Iaido ed al Judo durante gli anni scolastici.

 

Metodo

Nel Wado-ryu karate-do ju-jutsu kenpo convivono due grandi tradizioni: quella del ju-jutsu kenpo e quella del karate di Okinawa.

Da una parte abbiamo il Ju-jutsu che è la ura no waza, la “tecnica opposta” del Ken-jutsu, l’“arte della spada”, nel senso che è stata sviluppata dai bushi (cavalieri)  giapponesi, per difendersi in mancanza delle loro varie armi bianche (spada lunga, media, corta, pugnale, ecc.) o per attaccare e disarmare a mano nuda gli avversari.

Per quanto riguarda il Ju-jutsu kenpo, esso designa tra le altre la corrente del Ju-jutsu di “origine” cinese, non tanto nel senso che è stata tramandata da maestri cinesi in Giappone (la leggenda vuole che il monaco di Shaolin, Chin Genpin, abbia insegnato le tecniche originarie a tre samurai ronin durante la sua residenza in Giappone tra il 1626-27), quanto nel senso di tutti quegli stili nati a partire dalla profonda influenza che lo studio e la pratica del Kanpo, “medicina cinese”, in particolar modo quello diffusosi nell’area di Nagasaki nel 1600, ha avuto sullo sviluppo del Kenpo, “metodo del pugno (arte marziale) di origine cinese”.

Influenza dovuta alla conoscenza dei kyusho o “punti vitali”, all’epoca utilizzati in medicina per guarire, ed in guerra o nei duelli per uccidere.

Gli stili di ju-jutsu imparati da Otsuka I erano tutti contraddistinti dall’enfasi posta sugli atemi-waza (“tecniche di colpi mortali”), laddove altri stili erano invece più caratterizzati dalle nage-waza (“tecniche di proiezione”), dalle osaekomi-waza (tecniche di immobilizzazione) e dagli shime-waza (tecniche di strangolamento).

Questo perché l’Akiyama Yoshin-ryu ju-jutsu, dal quale deriva lo Shinno Shinto-ryu ju-jutsu, dal quale deriva il Tenjin Shin’yo-ryu ju-jutsu e da questo infine sia lo Shindo Yoshin-ryu che lo “Shinpen” Iga-ryu, ed anche il Miura Yoshin-ryu (o Totsuka-ha Yoshin koryu), sono considerati espressioni del Ju-jutsu kenpo di cui sopra.

Il Ju-jutsu è un’arte molto profonda nella quale si ricerca l’armonia nella dinamica relazionale con l’altro: i kata, le “forme” sono difatti tutte rigorosamente a coppie.

Dall’altra abbiamo il Karate-jutsu, la “tecnica della mano vuota” di Okinawa, che nasce anch’essa come disciplina cinese (to-te, “mano cinese”), e diventa in Giappone kara-te, “mano vuota”, nel senso di “disciplina (mano) del vuoto”, cioè con la quale si ricerca equilibrio psico energo corporeo secondo la filosofia buddista zen.

Diversamente dal Ju-jutsu, nel karate le forme sono tandoku enren kata, a ”solo”.

Identica è invece l’enfasi posta sugli atemi-waza, sulle kuzushi-waza (“tecniche di squilibrio”), sulle katame-waza (“tecniche di controllo”) e sulle kansetsu-waza (“tecniche di leve articolari”), in particolare nel Wado-ryu si studiano le gyaku-waza (“tecniche inverse a leva antifisiologica”), che spesso culminano nelle gyaku-nage (“proiezioni inverse o a leva articolare antifisiologica”).

 

Tecnica

Il Wado-ryu è una sintesi tecnica dei principi e dei movimenti del Karate-jutsu di Okinawa, del Ju-jutsu kenpo giapponese, della scuola di spada (lunga) Yagyu Shinkage-ryu kenjutsu, e della scuola di spada (corta) Tomita-ryu (Toda-ryu) kodachi.

Il Wado-ryu karate-do ju-jutsu kenpo prevede innanzitutto lo studio e la pratica del reigi, l’insieme delle “regole di comportamento o galateo giapponesi”; dello zen, la “meditazione” nelle sue varie forme; e della la pratica del taiso, la “preparazione del corpo”.

Poi c’è il “cuore” del programma, il “triangolo d’oro” della pratica: i kihon, gli “esercizi fondamentali”, i tandoku enren kata, le “forme a solo”, i kumite (“combattimenti”): kumite kata, le “forme a coppie” (a mano nuda e con armi), il jiyu kumite, “combattimento libero”, lo shiai kumite, “combattimento arbitrato”.

I kihon sono essenziali per creare delle solide basi tecnico stilistiche.

I kata a solo del karate servono a preparare il corpo (apparato locomotore, cardiocircolatorio, focus mentale, ecc.) per il combattimento.

I kumite ci insegnano le tecniche di difesa personale e la “gestione della relazione difficile con l’altro”, fino allo sviluppo della “disponibilità variabile”.

 

Programma dell’Accademia

WADO-RYU KARATE-JUTSU (DO)

Mokuroku – Seitei kata: il “Programma (catalogo delle tecniche) delle forme stabilite del Wado-ryu”

0a) Rei gi (Rei ho, Rei wa), “etichetta”:
Tachi rei (“etichetta in piedi”), za rei (“etichetta seduti”), zaho (“metodo del sedersi”), seiza (“sedersi correttamente”), heiza (“seduta  giapponese”), kiza (“seduta inginocchiata”), yokozuwari (“seduta laterale”), wariza (“seduta separata”), agura (“seduta straniera”), shikko (“camminare sulle ginocchia”), ah un no kokyu ho (“metodo del sintonizzarsi a vicenda”);

0b) Zen: “meditazione”,
ritsu zen (“meditazione in piedi”), za zen (“meditazione seduti alla giapponese” o vajrasana, “posizione del diamante” ), “ouchaka zazen” (“meditazione pigra” o savasana, “posizione del cadavere”).

0c) Taiso: “preparazione del corpo”,
preparazione fisica, kokyu ho (“metodo dell’armonizzare il movimento al ki”), unsoku (“spostamenti dei piedi”), ukemi (“cadute”).

1) Kihon (no waza): “(tecniche di) base (fondamentali)”,
sonoba waza: “tecniche sul posto”,
Uke (parate), tsuki (colpi in affondo), uchi (percosse “sui piani trasversi”), keri (“calci”);

ido kihon: “(tecniche) fondamentali in movimento”,
Wado-ryu kihon no waza: “tecniche di base (fondamentali) specifiche del Wado-ryu”,

juntsuki, gyakutsuki, kette juntsuki, kette gyakutsuki, juntsuki notsukomi, gyakutsuki notsukomi, kette juntsuki notsukoni, kette gyakutsuki notsukomi, tobikomi tsuki, tobikomi nagashi tsuki;

kata kihon no waza: “tecniche dei kata praticate come fondamentali”

(kumite kihon) renraku waza: “tecniche (fondamentali  di combattimento) in serie continua”

2) (Tandoku enren) Kata: 16, le “Forme (a solo)”:
1. Kihon kata   2.Pinan nidan   3. Pinan shodan   4. Pinan sandan   5. Pinan yondan   6. Pinan godan   7. Kushanku   8. Naihanchi   9. Seishan   10. Chinto   (11. Bassai   12. Jion   13.   Niseishi   14. Jutte   15. Rohai   16. Wanshu)

3) Sanbon tsuki yakusoku kumite 1-42 (24 omote, 18 ura henka): le “(forme) prestabilite di combattimento a tre (tipi di) attacchi”:
Ippon tsuki 1-6 (6 omote): le “(forme) di combattimento ad un attacco” (sho kyu: “kyu bassi”);
Nihon tsuki 1-12 (6 omote, 6 ura henka): le “(forme) di combattimento a due attacchi” (chu kyu: “kyu medi”);
Sanbon tsuki 1-24 (12 omote, 12 ura henka): le “(forme) di combattimento a tre attacchi” (jo kyu: “kyu alti”);

4) Sanbon tsuki yakusoku kumite henka 1-40 (30 omote henka, 10 ohyo henka): le “(forme) prestabilite di combattimento a tre (tipi di) attacchi”:
Ippon tsuki 1-10 (10 omote): le “(forme) di combattimento ad un solo attacco”;
– Ippon tsuki 1-10 ohyo no waza (10 ohyo henka): le “varianti (delle forme) di combattimento ad un solo attacco con le tecniche adattate”;
Nihon tsuki 1-10 (10 omote): le “(forme) di combattimento a due attacchi”;
Sanbon tsuki 1-10 (10 omote): le “(forme) di combattimento a tre attacchi”

5) Kihon kumite 1-24 (10 omote, 8 ohyo henka, 6 ura henka): le “(forme) fondamentali di combattimento”:
Kihon kumite 1-10 (10 omote): le “(forme) fondamentali di combattimento”;
Kihon kumite ohyo no waza 1-8 (8 ohyo henka): le “varianti (delle forme) fondamentali di combattimento con le tecniche adattate”;
– (Kihon) Kumite no ura 1-6 (6 ura henka): le “varianti inverse (approfondite) (delle forme) fondamentali di combattimento”;

WADO-RYU JU-JUTSU KENPO

6) Ura no kumite 1-24 (Kihon kumite ura no waza): le “(tecniche dell’)approfondimento del(le (forme) fondamentali di) combattimento”;

7) Kumite kata 1-36: le “forme di combattimento”;

8) Kyusho he no kogeki 1-5: gli “attacchi ai (suoi, dell’avversario) punti vitali”;

9) Joshi goshin jutsu 1-7 (9): “tecniche di autodifesa per donne”

10) Nage – katame gyaku waza 1-7 (9): le “tecniche di proiezione e controllo articolare inverso (con leve articolari antifisiologiche)”;

11) Idori 1-17 (22): le “difese (prese) a terra (del fronteggiarsi a terra seduti alla giapponese)”;

12) Tanto dori 1-9 (13): le “difese (prese) da attacchi di pugnale”;

13) Shinken shiraha dori 1-5 (7): le “difese (prese) da attacchi di spada”.