Approfondimento Taiji quan Yang
Storia
Il Taiji quan della famiglia Yang del villaggio di Yong nian, nella contea Guang Ping, nella provincia dell’Hebei, è lo stile di Tai ji quan più diffuso al mondo, caratterizzato da movimenti lenti fluidi e continui come lo scorrere di un lungo fiume.
Tai ji quan significa letteralmente: “Pugno (per estensione “arte marziale”) del grande estremo o della grande polarità yin-yang”, ovvero il pugilato che studia l’armonia taoista degli opposti.
Anticamente era chiamato Shi san shi quan, “Pugno delle tredici tecniche”, Chang quan, “Pugno fluido”, Mien quan, “Pugno di cotone”, Jou quan “Pugno morbido”, Hao quan, “Pugno sciolto”, e Hua quan, “Pugno che neutralizza”.
Secondo la leggenda il Tai ji quan fu fondato da Zhang Sanfeng (1247-1366?), figura “leggendaria” di “saggio immortale” (non si conosce il luogo della sua sepoltura) del tardo taoismo, che visse durante la dinastia Yuan.
Il suo nome significa: “Zhang delle tre vette” ad indicare che egli era un esperto nelle arti letterarie, mediche e marziali, ed avrebbe ideato il Tai ji quan sui monti Wudang chiamandolo all’inizio Wudang pai (“Scuola dei monti Wudang”) o Wudang quan (“Pugilato dei monti Wudang”) e poi Tai ji quan (dopo che, a seconda delle versioni: gli apparve in sogno lo “Spirito di Wudang”; o dopo che vide il combattimento tra una gru ed un serpente).
A Zhang Sanfeng seguirono un certo maestro Wang Zhong (della provincia dello Shanxi) che avrebbe insegnato il Tai ji (o lo stile di Wudang) a Chen Zhoutong (della contea Wen), l’arte sarebbe passata da questi a Zhang Songxi (c. 1520- c.1590, di Hai Nan, che diffuse l’arte Wudang nel sud della Cina), poi a Ye Jimei (di Si Ming), Jiang Fa (c. 1574-1655) e Wang Zhongyue (dello Shanxi); questi ultimi due diffusero l’arte Wudang nel nord della Cina dando qui origine alle cinque scuole “civili” o “familiari” moderne (Chen, Yang, Wu “grande”, Wu “piccolo”, Sun).
Secondo il racconto storico Chen Changxin (1771-1853) della famiglia Chen ricevette l’insegnamento della boxe di Wudang da Wang Zongyue (costui nel 1791-1796 circa viveva come maestro di scuola a Luoyang e Kaifeng, nei pressi del villaggio Chen; a lui vengono attribuiti alcuni dei Classici del Tai ji), a sua volta allievo di allievi di Jiang Fa (c. 1574-1655), e insegnò a Yang Luchan.
La verità storica vuole come fondatore direttamente il M° Yang Luchan (o Yang Fukuei, 1799-1872), detto Yang Wudi (“Yang l’invincibile”) e Yang ba yeh (“Yang otto Signori”, perchè otto principi erano suoi allievi) il quale apprese l’arte marziale della famiglia Chen da Chen Changxin (1771-1853), il primo a divulgare ampiamente lo stile al di fuori della sua famiglia.
Luchan modificò l’arte appresa dal suo maestro e la tramandò a moltissimi discepoli (soprattutto all’interno della “Città Proibita”, la corte imperiale della capitale cinese Beijing, Pechino, nella quale insegnò a nobili e militari), i migliori dei quali furono (in ordine cronologico):
– Wu Yuxiang (1812-1880), uno studioso ufficiale imperiale, fondatore dello stile Wu “Grande”; egli apprese anche da Chen Qingping (1795-1868) del villaggio di Zhao Bao (nipote ed allievo di Chen Youben, cugino di Chen Changxin, e fondatore della xin jia o “nuova intelaiatura”, poi ribattezzata xiao jia o “piccola intelaiatura”,per non confonderla con la xin jia del ramo “ortodosso” di famiglia di Chen Fake);
– Chen Xiufeng, che si dice avesse sfidato i figli del suo maestro, dopo la sua morte, uscendone imbattuto;
– Wang Lanting, un attendente del Palazzo del signore Manchu principe Duan, che successivamente insegnò a Li Ruidong dello stile Li Tai ji quan o “Pugilato Tai ji delle Cinque Movimenti”;
– Wan Chun, nobile Manchu e ufficiale militare che, si dice avesse “ereditato” dal suo maestro la “forza energetica” o dei muscoli;
– Lin Shan, nobile Manchu e ufficiale militare, si dice avesse “ereditato” dal suo maestro la “forza offensiva” o delle ossa;
– Quan You (1834-1902), una guardia imperiale Manchu che si dice avesse “ereditato” dal suo maestro la “forza della pelle” o “che neutralizza”, fondatore dello stile Wu “Piccolo”;
– il Principe Duan, fratello dell’imperatore (lo stesso di cui sopra);
– Yue Zhucheng (un generale dell’esercito cinese);
– e i suoi quattro figli: Yang Fenhou (o Yang Qi, detto “signor Primo”, perchè era il primo figlio, 1835-1861, dato che morì giovane non lascò nessun lignaggio, suo figlio Yang Zhenyuan o Zhaolin imparò con lo zio Yang Banhou); Yang Banhou (o Yang Yu, detto “signor Secondo”, dato che era il secondo figlio, 1837-1892); Yang Jianhou (o Yang Jian, soprannominato Jing Hu, detto anche “signor Terzo”, dato che era il terzo figlio, 1839-1917); e una figlia femmina dal nome sconosciuto che pare fosse molto brava ma non ebbe allievi noti.
Uno dei figli di Yang Jianhou fu l’ultimo grande esponente marziale della famiglia Yang: Yang Chengfu (o Yang Zhaoqing, detto anche il “signor più Giovane”, dato che era il fratello più piccolo, o il “signor terzo”, dato che era il terzo figlio, 1883-1936).
Egli ebbe tantissimi allievi, tra gli altri uno dei primi allievi “marziali” fu Wu Huichuan (1890-1936) che insegnò a suo figlio Wu Yunzuo, e costui a suo figlio Wu Guiqing ed ai suoi allievi interni Zhang yu (1909-1988) e Rao Shaoping (?-1988), quest’ultimo passò l’arte al Maestro Ji Ah Dong (1949-), dal quale, unitamente al Maestro Flavio Daniele, ha appreso il Maestro Marco De Acetis (1974-), questa particolare corrente chiamata il “Tai ji del gatto” o la “danza del gatto” o la “forma della difesa personale”.
Il Maestro Marco De Acetis ha appreso anche la corrente chiamata la “forma energetica” o “dell’acqua” dal Maestro Wang Zhixiang (1959-), allievo dei Maestri Dong Bin e Wang Zhuanghong, a loro volta allievi dei Maestri Dong Yingjie (1898-1961) e Zhu Guiting (1892-1977), due tra i migliori allievi di Yang Chengfu.
La forma di Yang Banhou e la forma veloce di Yang Shaohou ci sono invece state tramandate attraverso il lignaggio di Jiao Lantang (cugino di Yang Banhou), Li Shuangbin, Li Zhulin, Su Xuewen, Liu Hao, fino al maestro Wang Lianfu (1953-).
Metodo
Nel Tai ji quan di stile Yang l’enfasi è posta sul fan song (“rilassamento attivo”), su kai – her (aprire e chudere, pieno e vuoto), sulla lentezza e sulla morbidezza.
I gesti sono “rotondi”, “sferici”, rilassati, e ad alto contenuto propriocettivo: il movimento viene prima visualizzato, poi percepito, poi realizzato dal corpo accompagnato dalla respirazione.
Il centro della pratica è costituito dallo studio dell’equilibrio.
Bisogna essere “stabili come montagne e scorrevoli come fiumi” per diventare come “una sbarra di ferro avvolta nella seta”.
Tuttavia la pratica differisce anche di molto a seconda delle varianti: Yang Luchan praticava la lao jia o “antica intelaiatura” (la sua pratica era marziale ed esplosiva con numerosi calci e balzi); Yang Banhou praticava la xiao jia o “piccola intelaiatura” (le sue performance erano compatte e orientate al combattimento con numerose variazioni di velocità); Yang Jianhou praticava la zhong jia o “media intelaiatura” (i suoi gesti erano lenti e spiraloidi volti ad approfondire il rapporto mente-energia); Yang Shaohou praticava la xiao jia o “piccola inteleiatura” (aveva studiato con suo zio Yang Banhou) in una variante detta kuai jia o “veloce intelaiatura” (con piccole posture scattanti e rapidi cambi di tecniche e di direzione); Yang Chengfu praticava la da jia o “grande intelaiatura”, i suoi gesti erano ampi, lenti e continui, orientati essenzialmente al benessere, ebbe tantissimi allievi ed è considerato il divulgatore moderno del Tai ji quan.
Tecnica
Lo stile Yang prevede una serie numerosa di esercizi per sviluppare il fan song (“rilassamento attivo”) ed essenzialmente lo studio di un’unica forma lenta, il cui numero di movimenti (dai 108 ai 180 circa) e la modalità di esecuzione può variare anche considerevolmente a seconda delle scuole, viene poi il tui shou, la “spinta con le mani” per lo sviluppo di ding jin e dong jin, la “forza che ascolta” e la “forza che comprende”, il rou shou, “mani morbide” una modalità avanzata di spinta con le mani nella quale non si lavora più sulle tecniche ma direttamente sui principi e sul rapporto yi – qi (intenzione – energia) per lo sviluppo della hua jin, la “forza perfetta e che neutralizza”, e lo studio delle armi: jian (la spada, singola e doppia), dao (la sciabola, singola e doppia), qiang (la lancia), gun, (il bastone), il guan dao (l’alabarda, una lancia con la lama a sciabola).
Programma dell’Accademia
Yang shi Tai ji quan xin jia – da jia,
il “Tai ji quan di stile Yang della corrente della nuova e grande intelaiatura”.
– Lignaggio di Yang Chengfu – Wu Huichuan:
- Nei gong, “lavoro interno”:
– Zuo chan: la “meditazione e visualizzazione nella posizione da seduti”;
– Zhan zhuang: gli esercizi dell’”albero o palo eretto” (la meditazione in piedi);
– Yang shi hun yuan dao yin, gli “esercizi del guidare l’energia primordiale e globale della famiglia Yang”;
– Yang shi shi fa fan song, i “dieci esercizi di flessibilità dinamica di stile Yang”;
– Yang shi ba men, gli “esercizi degli otto cancelli dello stile Yang” (peng, lu, ji, an, cai, lie, zhou, cao);
– Yang shi fa jin, gli “esercizi per lo sviluppo della capacità di emettere la forza dello stile Yang. - Da lu, “Forma grande a mano nuda”:
– Tai ji Chang quan, la “forma Lunga di boxe Tai ji”, detta anche “Forma 108” e divisa in 3 sezioni. - Applicazioni a coppie:
- tui shou, la “spinta attraverso le mani”:
– dingbu tui shou, la “spinta con le mani a piedi fissi” (dan shou, shuang shou, “con una e due mani”);
– shunbu tui shou, la “spinta con le mani a piedi mobili” (dan shou, shuang shou, “con una e due mani”);
– da lu, la “grande deviazione” (cai, lie, zhou, cao; shuang shou, “con una e due mani”);
– san tui, le “spinte libere” (dan shou, shuang shou, “con due mani”);
– dian xue, “colpire i punti vitali”. - san shou, “combattimento libero” (con e senza protezioni).
- tui shou, la “spinta attraverso le mani”: