Approfondimento Qi gong

Approfondimento Qi gong

Tavola anatomica cinese (dal web: Wikipedia)

Storia

Qi gong significa la “pratica dell’energia” (qi: “energia”, gong: “lavoro”, nel senso di studio e pratica).
Il nome antico era Dao yin tu na “guidare l’energia, emettere il respiro”, nel linguaggio della pratica abbreviato semplicemente in Dao yin.

Si tratta della ginnastica “bioenergetica” o “dolce” cinese per eccellenza: l’obiettivo durante la pratica è quello del benessere psico-fisico mediante il riequilibrio delle “energie yin-yang”, facendo circolare il qi per accrescere l’energia interna attraverso la rete dei jingluo o “meridiani” (essi sono simili a dei vasi sanguigni che formano un sistema organico di flussi energetici, ma non sono individuabili anatomicamente); questo grazie alla stretta correlazione che c’è nel corpo umano tra la cute, i muscoli, i nervi e gli organi interni.
Qi significa anche “soffio vitale” o “spirito”, con un’accezione simile a quella del greco antico pnéuma e del sanscrito prana.
Il qi è dunque sì il “respiro”, ma è anche la “bio elettricità” ed il “bio magnetismo” che fluiscono nell’organismo umano visto come un sistema biomeccanico e chimico al contempo (costituito cioè non solo da muscoli, ossa e articolazioni, ma anche da fascia o tessuto  connettivo, interstizi, visceri e fluidi), mediante il respiro, il movimento fisico e la “visualizzazione percettiva”.

Esso ha origini molto antiche: le prime testimonianze le troviamo presso il villaggio di Mawangdui, vicino a Changsha, capitale della provincia dell’Hunan, dove sono stati ritrovati all’interno di una tomba del primo periodo della dinastia Han (circa II secolo a.C.) diversi frammenti in parte illustrati, uno dei quali mostra quarantaquattro uomini impegnati in movimenti ed esercizi di controllo della respirazione.
Le posizioni portano il nome di animali selvatici che simboleggiano il tipo di malessere o di malattia che l’esercizio tende a “curare”.
Il Qi gong è anche citato nello Huángdì nèijīng Suwen, il “Canone di medicina interna dell’Imperatore Giallo – Domande semplici” (circa II secolo a.C.), scritto sotto forma di dialogo tra l’imperatore e un suo consigliere; si tratta del trattato di medicina cinese più antico di cui si è tramandata la versione integrale.
La nascita del “qi gong moderno” si colloca invece tra il 1949, anno in cui Liu Guizhen (un praticante che aveva curato la propria salute con un antico metodo di Dao yin)  stabilì il nuovo nome da dare alle antiche pratiche di Dao yin, ed il 1955, anno dell’apertura di una clinica di Qi gong a Tangshan e della pubblicazione dei primi trattati contemporanei.

 

Metodo

Sono esistite nel passato ed esistono tutt’oggi numerose scuole di Qi gong: quelle correlate alle correnti culturali che le hanno prodotte, come il Qi gong confuciano, taoista e buddista; il Qi gong medico, connesso alla MTC o “Medicina Tradizionale Cinese”; il Qi gong marziale, collegato alla pratica delle arti marziali.

Il Qi gong confuciano si risolve essenzialmente in una serie di prescrizioni comportamentali, essendo stato ideato e praticato da dignitari di corte, mentre quello taoista (spesso detto nei dan, “elisir interno”) e quello buddista (spesso detto wei dan, “elisir esterno”), nati entrambi in ambienti monastici, sono costituiti da vere e proprie scuole, con diverse branche  e numerose categorie di esercizi, con finalità non solo di salute e longevità, ma anche di evoluzione personale, culturale e spirituale; per questo vengono detti qi gong “alchemici”.

Il Qi gong medico si distingue in: “antico o imperiale”, quello praticato prima del 1911 (anno di caduta dell’Impero cinese e di nascita dell’epoca moderna nella storia di questo Paese), soprattutto all’interno della “Città Proibita”, il palazzo imperiale di Beijing (Pechino); e quello “moderno” creato sulla base del precedente a metà degli anni cinquanta del secolo scorso in ambiente medico scientifico, oggi catalogato in tutto il mondo come possibile specializzazione dei laureati in medicina e chirurgia.

Il Qi gong marziale, spesso denominato Nei gong, “lavoro interno”, è anch’esso collegato alle tradizioni “alchemiche” taoiste e buddiste e rappresenta una forma di sincretismo tra le pratiche derivanti dalle “arti marziali interne” (es.: Xing yi quan, Ba gua zhang, Tai ji quan) e quelle derivanti dal Qi gong “antico o imperiale”.

 

Tecnica

Il Qi gong è caratterizzato dall’esecuzione di movimenti naturali, lenti, morbidi, circolari o sferici e rilassati; da esercizi di respirazione ed altri di “visualizzazione” e “sensibilizzazione energetica”, con i quali si potenziano non solo l’apparato locomotore, ma anche l’attività mentale le “percezioni”.
In Cina, difatti, l’essere umano è considerato un sistema tripolare costituito da: yi, la mente; qi, l’energia; li, il corpo.

In particolar modo gli otto meridiani straordinari (qi jing ba mai) vengono utilizzati nello studio del Qi gong e delle “arti interne” cinesi.

Il Dao yin comprende esercizi isometrici (jing gong, da fermi e sul posto, in piedi e da seduti), isotonici (dong gong, in movimento sul posto, in piedi e da seduti; e nello spazio), per lo sviluppo del “radicamento” (bambu gong: grounding), della centralità e della verticalità (dan tian gong e zhong dind gong: centering) e del “flusso energetico del movimento” (tuna gong: leading).

 

Programma dell’Accademia

  1. Qi gong: il “lavoro sull’energia” (gli esercizi di sensibilizzazione energetica e riprogrammazione neurosensoriale):
    • Zhan zhuang: gli esercizi dell’”albero o palo eretto” (la meditazione in piedi);
    • Xiao zhou tien: la “piccola circolazione dell’energia” o “piccola rivoluzione celeste” (gli esercizi base per lo sviluppo della “sensibilità energetica”);
    • Da zhou tien: la “grande circolazione dell’energia” o “grande rivoluzione celeste” (gli esercizi avanzati per lo sviluppo della “sensibilità energetica”);
    • Bambu gong: il “lavoro sul bambu” (gli esercizi per lo sviluppo del radicamento);
    • Dan tian gong: il “lavoro sui campi del cinabro” o “centri dell’energia” (gli esercizi che mobilitano e raffinano le energie nel busto, collo e testa);
    • Ba men: le “otto porte” (gli esercizi che mobilitano le energie del busto e delle braccia);
    • Wu bu: le “cinque passi” (gli esercizi che mobilitano le energie del busto e delle gambe).
  2. Nei gong: il “lavoro interno” (gli esercizi di riallineamento posturale statico-dinamico e di riprogrammazione neuromuscolare):
    • Jiǔ bao: i “Nove tesori” (gli esercizi per la connessione e disconnessione dei vari blocchi “articolari” funzionali al movimento);
    • Shen jin bao gu: l’“affondare la forza nelle ossa” o “aprire le articolazioni e allungare i tendini ed i legamenti” (gli esercizi di allungamento posturale);
    • Zhan su jin: l’”energia che si avvolge e dipana come il bozzolo di seta sul fuso del telaio” (gli esercizi per lo sviluppo dell’”energia a spirale”);
    • Fan song: “aprire e rilasciare” (gli esercizi per lo sviluppo della flessibilità dinamica);
    • Zhong ding jin: il “potere dell’asse centrale” (gli esercizi per lo sviluppo della “verticalità”);
    • Wai san he: le “tre armonie esterne” (gli esercizi per lo sviluppo dell’armonia gestuale tra la parte superiore e inferiore del corpo);
    • Nei san he: le “tre armonie interne” (gli esercizi per lo sviluppo dell’”integrazione” ideo senso motoria);
    • Fa jin, l’”emettere la forza elastica interna” (gli esercizi per lo sviluppo della capacità di “emettere la forza”).

Corso dell’Accademia:
Qi Gong