Arti marziali: Tai ji e Yin-yang
Nelle Arti Marziali e nelle discipline orientali del benessere è fondamentale il concetto di Tai ji o “Grande Estremo” o “Suprema polarità yin-yang” (il Tai ji quan, “l’arte marziale della suprema polarità yin-yang”, è una delle arti che da questo principio prende forma).
Il principio del Tai ji è un portato della cultura taoista, ben presto assorbito dal buddismo cinese (chan) e giapponese (zen), quindi è ormai parte integrante tanto delle Arti Marziali cinesi (Shaolin quan, Xing yi quan, Tai ji quan, Ba gua zhang, etc.), quanto di quelle esportate in Giappone (kenpo) insieme alle conoscenze mediche (Kanpo).
Lo yin definisce il “materiale”, “ciò che è in basso”, che è “terreno”, “ricettivo” e strutturale; spesso è utilizzato per indicare l’inspirare o l’”imprimere”, il “raccogliere” il movimento corporeo.
Lo yang definisce l’”immateriale”, “ciò che è in alto”, che si eleva, che “trasmette”; spesso è utilizzato per indicare l’espirare o l’”esprimere”, l’”espandere” il movimento corporeo.
Le Arti Marziali (Xing yi quan, Tai ji quan, Ba gua zhang, Wado-ryu, etc.) rappresentano lo yin, mentre le discipline del benessere improntate alla MTC, “Medicina Tradizionale Cinese” (qi gong/nei gong/dao yin, meditazione, etc.) rappresentano lo yang.
Nello yin-yang del Tai ji come principio, lo yin è la marzialità, lo yang è la salute.
Nello yin, la marzialità, c’è di nuovo lo yin-yang:
– lo yin è l’arte del corpo o gong fu (“grande abilità conseguita con duro lavoro”), la pratica dei principi, che a sua volta si ridivide in yin-yang:
yin: arte del corpo esterna o wei gong (“abilità o lavoro esterno”; a sua volta ridivisa in yin: apparato locomotore, e yang: perizia tecnica);
yang: arte del corpo interna o nei gong (“abilità o lavoro interno”; a sua volta ridivisa in yin: attività connettivale-respiratoria, e yang: attività neurosensomotoria).
– lo yang é costituito dai principi della pratica, che si ridividono a loro volta in:
yin: i principi che regolano e governano il mondo della natura (a loro volta ridivisi in yin: animali e piante, e yang: fenomeni naturali, etc.);
yang: i principi sviluppati dai militari del mondo antico per affrontare sia il duello individuale (yin) che le battaglie o le guerre (yang).
Nello yang, la pratica della salute, c’è di nuovo lo yin-yang:
– lo yin è costituito dalle parti anatomiche: a loro ridivise in yin, i vari apparati (es.: locomotore) e gli organi interni , e yang, i vari sistemi (es.: circolatorio);
– lo yang è costituito dal sistema neuro-fisio-endocrino-immunologico: sistema nervoso (yin), ormoni e neurotrasmettitori (yang).
E così via di seguito in un sistema multidimensionale virtualmente infinito, in un micro-cosmo olografico dove il tutto è costituito da parti, ed ogni parte “contiene” il tutto, nel senso che è “ridivisibile” in parti ulteriori che hanno la stessa “qualità”, la stessa “coerenza interna”, la stessa “logica” di ciò a cui appartengono.
Possiamo dunque affermare che il principio del Tai ji è uno strumento interpretativo non solo del mondo delle Arti Marziali e delle discipline orientali del benessere, ma di tutta l’esperienza del vivere.
E’ in altre parole un paradigma o “modello di realtà”, un principio guida o “mappa” che pur non essendo il territorio (la “realtà”), con la sua interpretazione del territorio stesso, ci aiuta a “muoverci” in esso con maggiore consapevolezza ed efficenza.