DESCRIZIONE
Il Taiji quan della famiglia Chen del villaggio di Chenjiagou nella contea di Wenxian nella provincia dell’Henan (Cina) è considerata l’arte marziale origine di tutti gli stili di Taiji “civili” o “familiari” oggi conosciuti al mondo.

STORIA
Secondo la leggenda il Tai ji quan della famiglia Chen fu creato da Chen Bu, patriarca storico della famiglia, un contadino originario della prefettura di Zhezu (attuale Jincheng), nella provincia di Shanxi, che visse intorno al 1374 anno in cui si trasferì da Hongdong (sempre nello Shanxi, dove precedentemente era andato a vivere), nella prefettura di Huaiqing (l’attuale città di Qinyang, Henan) dove bonificò dalle paludi e dai banditi il villaggio di Chang yang cun, il “Villaggio della luce del sole”, dandogli il nome di Chen jia gou “canale della famiglia Chen”, a causa dei tre profondi burroni che circondavano l’insediamento .
L’arte marziale di Chen Bu era conosciuta come Chen Pao chui “il Pugno Cannone della famiglia Chen”, ed era probabilmente una forma primordiale di Pao quan del monastero di Shaolin, situato non lontano dal villaggio.

Secondo il racconto storico lo stile fu fondato da Chen Wangting (1580-1660? 1597-1664? 1600-1680?), discendente di nona generazione del suddetto.
Egli era un ufficiale militare al comando di una guarnigione nella Contea di Wen; con la caduta della dinastia Ming (1644) decise di ritirarsi dalla vita pubblica nel suo villaggio, dove oltre alla coltivazione dei campi si dedicò all’elaborazione di una nuova arte marziale e ad insegnare ai giovani.
Chen Wangting combinò:
– il Pao chui di famiglia;
– il sapere del testo marziale detto il Quan jing o “Canone di Boxe” del famoso generale e stratega Qi Jiguang (1528-1587) (il libro contiene 32 tecniche illustrate, sintesi di 16 differenti scuole di boxe dell’epoca Ming, 29 delle quali sono presenti nello stile Chen);
– i Classici taoisti;
– le tecniche di dao yin (“guidare l’energia”) e tu na (“emettere l’energia”).

La verità storica, emersa recentemente grazie agli archivi del villaggio Chen, di quello Tang, di quello Wangbao, e della città di Zhaobao, rende il quadro storico molto più complesso e completo, coinvolgendo matrimoni misti, interessi comuni, origine dei vari stili nel tempio Qianzhai, o “Tempio dei Mille Anni”, così come la partecipazione ad attività sovversive anti-dinastia Ming.
In attesa di ulteriori chiarimenti dalla Cina dobbiamo attenerci alla figura storica di Chen Wangting come origine del Tai ji quan di stile Chen, e di tutti gli altri stili storici sopravvissuti fino a noi.
Chen Wangting (o Chen Zhouting, 1580-1660? 1597-1664? 1600-1680?), figlio di Chen Fumin (uno Zheng shi lang, persona di grande cultura che deteneva uno posizione ufficiale per editto imperiale), era un letterato e un guerriero professionista conosciuto nelle provincie dell’Henan e dello Shandong per aver scacciato numerosi banditi mentre scortava carovane mercantili.
Nel 1641 era un ufficiale militare al comando di una guarnigione nella contea di Wen.
Poco dopo durante una esercitazione militare sbalordì tutti per la sua abilità nel tiro con l’arco, ma uccise un uomo e dovette darsi alla fuga.
Si unì così per un periodo, insieme alla famiglia Li (i membri della quale erano suoi cugini), alla rivolta di contadini e minatori anti-dinastia Qin, guidata da un altro membro della famiglia Li, Li Zicheng, prima di ritornare a Chenjiagou dove visse in incognito.
In seguito nel 1645 la rivolta venne sedata dalle truppe Manchu, Li e la sua famiglia vennero giustiziati, e il tempio Qianzhai (probabile luogo d’origine delle arti marziali della zona) fu implicato nella repressione e distrutto.
Uno dei luogotenenti di Li, Jiang Fa (Zhao Bao 1574 ?-?), riuscì a scappare e si rifugiò a Chenjiagou, dove visse travestito da servo e nascosto da Chen Wangting, suo commilitone e forse suo fratello di gong fu, con il quale elaborò ulteriormente l’arte.
Fu in questo periodo, tra la fine della Dinastia Ming e l’inizio della Dinastia Qing (1644) e la morte di Chen Wangting (1660-80) che nacque lo stile Chen primevo o “primo metodo”, costituito da forse da sette sequenze: la shi san shi (forma delle “tredici posizioni”) , altre quattro imprecisate forme tai ji, una chang quan (“pugno lungo”), e una pao chui (“pugno cannone”); egli aggiunse inoltre tecniche prese da famosi artisti marziali dell’epoca come: il “colpo” (da) di Zhang Baling, il “lavoro di gambe” (ti) di Li Bantien, la “presa” (na) di Wang “Artiglio d’aquila” e le “tecniche di proiezione” (shuai e die) di Zhang “Mille cadute”.
Per proteggersi da possibili ripercussioni politico-sociali Chen Wangting non raccontò mai ai suoi discepoli e discendenti la sua connessione con la famiglia Li, così il ricordo di questa parte di storia scomparve per sempre.

L’arte passò così di padre in figlio da Chen Wangting a Chen Ruxin, Chen Dakun, Chen Shantong, Chen Pingwang fino a Chen Changxin (o Chen Yunting, 1771-1853), detto il “signor tavola ancestrale” (per la dirittura morale, il rigore posturale e il vigore gestuale), vero sistematizzatore moderno dello stile Chen.
Egli praticava la lao jia o “antica intelaiatura”, detto anche da jia o “grande intelaiatura”, una forma primeva, dalla gestualità ampia ed espressa), che insegnò (primo e unico nel villagggio), oltre ai suoi figli e parenti, anche a Li Bo Gui e Yang Luchan (fondatore dello stile Yang), entrambi della provincia dell’Hebei.
Chen Changxing sintetizzò le forme trasmesse dai suoi antenati, data la complessità gestuale ed esecutiva che esse richiedevano per i suoi contemporanei e per le persone avanzate d’età (tanto che erano ormai in pochissimi ad eseguire le ultime tre delle cinque sequenze Tai ji e la sequenza Chang quan).
Così fuse insieme la shi san shi con la seconda e la terza sequenza per creare la lao jia yi lu, la “1a forma dell’antica intelaiatura”; poi fuse insieme la quarta e la quinta sequenza, più veloci, con il pao chui per creare la lao jia er lu, la “2a forma dell’antica intelaiatura”, che enfatizza la forza esplosiva e la marzialità.

Il lignaggio “diretto” o “ortodosso” dello stile Chen deriva dal quarto dei cinque figli di Chen Changxin, Chen Gengyun, bodyguard di professione, che insegnò ai suoi figli Chen Yanxi e Chen Yannan.
Chen Yanxi insegnò a sua volta a Chen Fake (1887-1957), che è il divulgatore della xin jia o “nuova intelaiatura” del ramo da jia (da non confondere con lo stile di Chen Youben, un’esponete di famiglia di un’altra corrente di pratica), dalla gestualità compatta e raccolta, la forma avanzata di famiglia (ricca di zhan su jin, fa jin e dettagli applicativi) fino ad allora sconosciuta al grosso pubblico.
Chen Fake insegnò ai suoi due figli Chen Zhaoxu (1911-1960) e Chen Zaokuei (1928-1981), oltre che ad un ristretto numero di eccezionali allievi interni, tra i quali spiccò Feng Zhiqiang (1928-2012).
Chen Zaokuei insegnò non solo a Pechino a suo figlio Chen Yu (1962-), e a numerosi allievi interni, tra i quali il Maestro Ma Hong (1927-2013), ma anche in altre città della Cina, in particolare a Shangai, ad altri allievi tra i quali il Maestro Shong Guang-En.
Questi ultimi due furono entrambi maestri di Xu Guoming (George Xu, 1949-), dal quale, unitamente al Maestro Flavio Daniele, ha appreso il Maestro Marco De Acetis (1974-), la guida della nostra scuola.
Il Maestro Marco De Acetis ha studiato anche con il Maestro Jin Zhenliang, allievo del Maestro Jiang Zhongbao, uno studente interno di Feng Zhiqiang.

METODO
Nel Taiji Chen spicca il lavoro sul zhan su jin, l’“energia che si avvolge e dipana come un bozzolo di seta” o “energia a spirale”, e sul fa jin, l’“emissione di forza” o “forza esplosiva”le posture sono ampie, si studiano due forme, la seconda delle quali con repentine variazioni di velocità, l’enfasi è posta sullo studio delle chinna, “prese, leve e immobilizzazioni”.
Lo stile Chen è storicamente il più antico e quello che più di tutti ha mantenuto inalterate le sue caratteristiche marziali.

TECNICA
Il curriculum dello stile Chen prevede la pratica di numerosi esercizi di zhan su jin (per lo sviluppo dell’ “energia a spirale”); lo studio delle da lu (“forme”), due forme a solo a mano nuda: la yi lu (“prima strada”), per lo sviluppo dell’energia yin, e la er lu (“seconda strada”) detta anche pao chui (“colpi di cannone”, nome derivato da un’antica forma Chen di cui conserva le caratteristiche più “esterne”), per lo sviluppo dell’energia yang.
La lunghezza delle forme varia a seconda delle branche dello stile Chen: nel ramo xin jia la prima forma consta di 83 figure e la seconda di 71, entrambe divise in 4 sezioni.
Lo stile enfatizza le applicazioni e le chinna (con lo studio dei punti dolorosi e vitali), contiene infine lo studio di numerose armi: la jian (“spada”, singola e doppia), la dao (“sciabola”, singola e doppia), il bastone, la lancia, il guan dao (lancia con la lama a sciabola) e la doppia mazza ferrata.

PROGRAMMA DELL’ACCADEMIA
Chen jia gou Chen shi Tai ji quan xin jia – da jia,
il “Tai ji quan di stile Chen del villaggio di Chen jia gou della corrente della nuova e grande intelaiatura”.

Lignaggio di Chen Fake – Chen Zhaokui:
1) Nei gong, “lavoro interno”:
Chen hun yuan qi gong, il “qi gong omni comprensivo (primordiale) della famiglia Chen”;
– Chen
zhan su jin, il dao yin (qi gong) dell'”energia a spirale” della famiglia Chen;
2) Da lu, “Forme grandi a mano nuda”:
Yi lu, “1a forma” di 83 figure, divisa in 4 sezioni;
Er lu, “2a forma” di 71 figure, divisa in 3 sezioni;
3) Applicazioni a coppie:
a) tui shou, la “spinta attraverso le mani”:
wanhua, “avvolgere i fiori” (dan shou, shuang shou, con una e due mani),
dingbu tui shou, la “spinta con le mani a piedi fissi”,
shunbu tui shou, la “spinta con le mani a piedi mobili”,
da lu, la “grande deviazione”,
luang cai hua, i “passi fioriti”,
– chinna, “prese e leve articolari”,
san tui, le “spinte libere”,
dian xue, “toccare i punti vitali”;
b) san shou, “combattimento libero” (con e senza protezioni);
4) Forme con le armi:
– Chen dan jian, la forma di spada singola di 49 figure
della famiglia Chen, divisa in in 3 sezioni;
– Chen dan dao, la forma di sciabola singola di 23 figure della famiglia Chen, divisa in 3 sezioni.